Intervista ad Augusto Dos Santos

Oggi abbiamo il piacere di pubblicare l’ intervista del nostro Gennaro Filomene ad un giovane illusionista di origine brasiliane, ormai da tempo in Italia: si tratta di Augusto Dos Santos.

Vincitore del premio Magiciens d’or ed in giro per l’italia con i suoi spettacoli targati “Cocktail&Magic” Augusto sta conquistando sempre più consenso sia tra gli addetti al lavoro sia dal pubblico che assiste ai suoi spettacoli.

Abbiamo posto ad Augusto 6 domande, più una settima “bonus” per parlare della sua ultima vittoria ed esplorare il magico mondo da lui creato, ricco di numeri magici e drink.

Ma non perdiamoci in chiacchiere ed andiamo dritti al cuore dell’intervista.

  1. Come ti sei avvicinato al mondo dell’arte Magica?

Non mi sono avvicinato nel migliore dei modi, avrei preferito farlo con una scatola magica. Avevo 15 anni, i miei genitori all’epoca erano giocatori d’azzardo. Una volta a settimana si riunivano con amici e andavano al casinò oppure organizzavano partite a casa. Ovviamente i miei genitori non mi lasciavano giocare, e quella volta che capitava perdevo sempre. Sono sempre stato sfortunato nel gioco, e tutt’oggi lo sono.

Comunque ero affascinato da questo mondo ma odiavo perdere (a chi piace perdere…), quindi andavo alla ricerca di sotterfugi per facilitarmi la vittoria. Iniziai nascondendo le carte favorite sotto il tavolo, e poi le tiravo fuori senza che nessuno ci facesse caso… Fu allora che mi resi conto di essere un abilissimo baro! Nel tentativo di documentarmi e di affinare le mie tecniche, trovai un libro affascinante e misterioso che era suddiviso in due parti: la prima illustrava la tecnica dei bari, la seconda la prestigiazione.

Gli addetti ai lavori sanno certamente di che libro sto parlando! Iniziai a giocare, appassionandomi sempre più alle vittorie facilmente conquistate, con amici, amici di amici e sconosciuti. Questa mia abilità mi portò sempre piu lontano rendendo il barare per me quasi un lavoro. Ma barare è un arma a doppio taglio, puoi vincere sempre, ma se vieni scoperto ripaghi tutte le volte che non hai perso! Cosi in una di quelle notti fui scoperto mentre mi servivo una carta da sotto il mazzo e i giocatori non la presero molto bene. Così dopo quell’episodio decisi di abbandonare la vita da baro per sempre.

La svolta arrivò un anno più tardi, vedendo a casa di un amico, per puro caso un video di magia di Lance Burton che si esibiva nel suo numero più elegante: Sleight of hand magic. Così iniziai ad utilizzare la già acquisita abilità nella manipolazione per effettuare piccoli giochi di magia con le carte. Man mano, in svariati tentativi, cercavo sempre più di imitare il numero del mio idolo, acquisendo poco a poco tutta la abilità necessaria per poi eseguirlo alla perfezione solo dopo due anni. E fu allora che iniziò la mia carriera di mago.

  1. Il ricordo più bello che hai della tua esperienza da prestigiatore.

Il ricordo più bello che mi viene alla mente è il mio primo spettacolo eseguito dinanzi ad un pubblico semplice e attento, alle case popolari nei dintorni di Napoli.

Ricordo che vennero a prendermi con un motorino per portarmi direttamente alla sede della mia esibizione: in mezzo ad un piazzale, tra le case popolari, erano state collocate decine di sedie e persone di ogni età attendevano chiassosamente l’inizio della mia esibizione.

Nel mio zainetto custodivo tutto il necessario per i miei giochi di magia: ero emozionatissimo all’idea di essere capace di intrattenere tante persone che dagli occhi mi comunicavano stupore e divertimento. Fu davvero una esperienza bella che ricordo con grande emozione ancora oggi.

  1. Quali sono i maghi famosi o meno che più hanno influenzato il tuo modo di fare Magia?

Nella top three ci sono Lance Burton, Arturo Brachetti e David Copperfield.

  1. Quale aspetto della nostra arte preferisci?

The reality is prospective”. La cosa che adoro di questa arte è che ti insegna a osservare da infinite prospettive. L’illusionista, secondo me ha un approccio diverso nel risolvere i problemi quotidiani: la maggior parte delle persone ha in mente un solo e unico modo per fare una cosa, mentre un mago può immaginare almeno 10 soluzioni per rendere possibile ciò che agli altri appare impossibile.

Considero l’arte magica come una maestra di vita. Quello che mi ha insegnato è che “non esistono problemi ma solo soluzioni”.

  1. Quali sono i tuoi progetti futuri?

Dopo aver creato, nel 2009, il marchio Cocktail&Magic, da allora nei miei spettacoli bilancio l’arte del bartending con l’arte magica.

Attualmente sono impegnato con lo spettacolo “aBARcadabra”, che porto nei migliori bar, e nello stesso tempo, di mattina, con lo spettacolo “Drink in health”, per le scuole, dove tra “cocktails magici” si danno informazione ai ragazzi sui potenziali effetti nocivi dell’alcol.

Dopo aver ricevuto molte richieste da parte di scuole alberghiere e organizzatori di corsi per barman per fare cosi su cocktail&magic ho deciso che a dicembre pubblicherò il primo libro in cui insegnerò l’abc per chi è interessato ad iniziare ad esibirsi dietro il bancone bar. In pentola bollono molti progetti ma quello principale e quello di portare il marchio Cocktail &Magic nei teatri all’estero, estendendolo al grande pubblico internazionale.

  1. Che consiglio daresti ad una persona che vorrebbe intraprendere lo studio di questa arte?

Io consiglio la lettura perché lascia più spazio alla propria interpretazione e alla fantasia. C’è chi preferisce imparare attraverso i video ma a me non piace molto questa strada, perché si può cadere vittime dello stile altrui, e invece di creare il proprio stile e il proprio personaggio, impariamo il modo di eseguire l’effetto di chi ce lo mostra, creando cosi tante copie!

La magia è un’arte bellissima che richiede sacrificio e costanza, molta costanza!

Raccontaci la tua esperienza al “Magiciens d’or”

Organizzare il viaggio è stata la parte più complessa, anche perché quando mancava appena una settimana al concorso, io non avevo organizzato niente! Quindi mi metto subito vicino al pc in cerca di qualche aereo ed un corriere internazionale per spedire il materiale del mio spettacolo.

Dopo aver scelto il corriere adatto per il trasporto, inizio la ricerca dell’aereo, ma quando sto per prenotare il volo mi rendo conto di avere tutti e due i passaporti scaduti. Ormai, date le tempistiche per il rinnovo del passaporto, l’opzione aereo era sfumata quindi decido di partire con il furgone e portare il materiale con me.

Dopo 14 ore di viaggio e dopo aver attraversato tutta l’Italia arriviamo a Saint Amand Montrond (Francia) nell’albergo prenotato e offerto dall’organizzazione del concorso. Finalmente arriva il giorno della gara: alle 13:00 pranzo con gli artisti e tutta la crew e alle 14:30 prove del numero.

Entro nel bellissimo teatro comunale della Citè De L’or capace di accogliere 700 spettatori e con una incredibile postazione per la regia. Inizio la prova del numero spiegando ai tecnici audio/luci di cosa avessi bisogno e agli attrezzisti mostro come posizionare in scena il materiale. (La cosa che mi ha sorpreso di più è che ogni cosa mi bastava dirla una sola volta, non c’era bisogno di ripeterla. Erano professionisti e con poche parole riuscivano a cogliere al volo l’idea che avevo in mente. )

Dopo aver provato per più di un ora, lascio lo spazio all’artista successivo e torno in albergo per rilassarmi e aspettare che si facciano le 21:00. Dopo aver riposato, io e la mia assistente, torniamo in teatro e ci godiamo l’ansia dietro le quinte insieme a tutti gli altri artisti( tra cui Ale Bellotto, l’unico altro artista italiano in gara). Mi preparo perché so che sono il secondo ad esibirmi. Entra in scena il primo concorrente ed il teatro è pieno. Settecento persone applaudono alla fine del suo numero e quel suono mi rimbomba nella testa.

Penso che sono arrivato qui dopo 14 ore di viaggio, due giorni tra prove e ansia e tutto questo per 5 minuti e 27 secondi di esibizione. Arriva il mio turno quindi mi posiziono per entrare in scena e nel frattempo gli attrezzisti posizionano tutto il materiale per il mio numero sul palco. Il presentatore dice qualcosa in francese (che io non capisco) poi ascolto il mio nome e senza pensarci entro in scena, eseguo il mio numero e concludo con l’apparizione dei tre cocktails.

Ora sul palco il suono di 1400 mani che applaudono è ancora più forte. Esco di scena non curante del materiale perché sapevo che gli attrezzisti lo avrebbero riposizionato nel posto giusto con la massima delicatezza.

Aspetto che si esibiscano i restanti concorrenti.

Alla fine dello show il presentatore richiama tutti sul palco. Inizia la premiazione: 3° posto Cyril (FR) , 2° posto Alessandro Bellotto (ITA), 1°posto Cocktail&Magic.

Ricordo di non aver esultato ma di aver tirato un sospiro di sollievo…. Forse non avevo ancora capito di aver vinto!

Mi portano il trofeo e un assegno gigante. Dopo aver scaricato la dose di adrenalina mi getto su una sedia per riposare e l’organizzatore mi si avvicina spiegandomi che avendo vinto il primo premio devo esibirmi nel galà con gli artisti francesi (non c’è tempo per riposarsi!).

I giorni successivi sono stati pieni di magia e nuove conoscenze. Ho lavorato al fianco di artisti internazionali di un livello altissimo: borseggiatori, illusionisti con attrezzature gigantesche, mentalisti, artisti che si esibivano con le ombre cinesi, un ventriloquo di 17 anni che per due sere di seguito ha generato una standing ovation del pubblico.

Lavorare al fianco di questi artisti mi ha dato la possibilità di migliorarmi e pensare ad un futuro lavorativo anche fuori dall’Italia. E stata un’ esperienza bellissima, direi anche necessaria. Sono contento di portare questo premio in Italia, nello specifico a Napoli, perché qui ci sono grandi artisti e con questa vittoria spero di invogliarli a fare di più anche per portare in alto l’arte della nostra terra.

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